C'è come una tela di ragno diceva, in cui mi sento prigionera, Ho sulla pelle qualcosa o qualcuno che senza stancarsi mai ci lavora, Mi copre di fili d'argento e mi lascia da sola a camminare in mezzo alla gente, Vivere in fondo non è necessario, ma certo non è sufficiente. Ed è per questo, diceva, che io per me preferisco non dover scegliere mai, L'inizio o la fine e nessuna storia, la serenità non sa convivere con la memoria. Non mi sono mai conosciuta, diceva, e scommetto che non mi conoscerò, Non saprei mai rigirarmi nei miei angoli ottusi, nei miei angoli acuti, Preferisco svegliarmi per caso di notte e poi sparire in bocca al metrò, Io preferisco i mesi agli anni, le ore ai giorni, i secondi ai minuti.
Ed è per questo, diceva, che io non avrò paura di non aver niente da dire E di non credere mai a quello che dico, di essere sola o di avere più di un amico. Nei buchi neri del mondo è difficile perdersi completamente, C'è sempre un momento in cui si ritorna con le mani nervose a domandare di niente, Ma lei c'è riuscita, diceva, non credo che ti ricorderai, Mentre ridendo mi lasciava una busta con scritto non aprire mai. Ed è per questo che noi da oggi, abbiamo smesso di cercarla, Avrà certo fatto ancora molte volte l'amore, Avrà certo pa**ato il confine straniero, Starà certo aspettando da sola il suo grande sospiro.