[Strofa 1: Caparezza]
Rullino i tambur nuovi calembour
Dischi e ancora tour, whisky Troubadour
In hotel frutta in più nella nuova DUS
Non ho figli col grembiule nello scuolabus
Quando ascolto i miei coetanei sembrano più grandi
È il vissuto che fa l’età non i compleanni
Io che mi comporto ancora come i loro pargoli
Tra le mani gli album e non riesco a completarli
Qualcosa sta bloccando l’ingranaggio
“Siccome immobile” sto sul palco del 5 Maggio
Cantavo per fuggire dal mondo in un solo slancio
Ora che cantare è il mio mondo ne sono ostaggio
Non sono più lo stesso di un secondo fa
Nel mio caso, fidati, pure un secondo fa
Al mattino la mia voce roca brontola
Dice: ”Mettici una croce sopra”, Golgota
[Ritornello: John De Leo]
And if you call my name
I don’t recognize it
If I look at my face
I don’t recognize it
I don’t recognize it
I don’t recognize it
I don’t recognize it
I don’t recognize it
[Strofa 2: Caparezza]
Ma quale tribuno del popolo
Mi viene sonno dormo più a lungo di Totoro
Fuori salta tutto in aria con le molotov
Mentre sul divano accorcio il divario con Oblomov
Annoiarmi come fanno gli altri in fondo è meglio
Pa**o gli anni come Mastroianni in “8 e 1/2”
Scrivo, va bene
Rileggo, non va bene, esco
Vita breve, tipo “di Adele” senza le scene lesbo
Attaccato alla penna come la stampa al cronista
Le parole crociate come santa conquista
Da stacanovista a “staccanovista” perché stacco spesso
E quando scrivo un pezzo qua stappano Crystal
Tanto per quanta fama ricevi
Avrà sempre più paganti la fontana di Trevi
Non ha senso recitare la parte degli incompresi
Con tutti dalla mia parte, con tutti così cortesi
[Ritornello: John De Leo]
And if you call my name
I don’t recognize it
If I look at my face
I don’t recognize it
I don’t recognize it
I don’t recognize it
I don’t recognize it
I don’t recognize it
[Strofa 3: Caparezza]
Non mi riconosco più, prosopagnosia
Sto cantando ma il mio volto non è divertito
Quasi non capisco più quale brano sia
Ogni volta mi riascolto e sono risentito
Un video di chirurgia ricorda a me stesso
Che può essere sgradevole guardarsi dentro
Fino a diventare oggetto del proprio disprezzo
E dire: “Sono io sputato quello nello specchio!”
E non aspetto altro (e non aspetto altro)
Che avere un altro aspetto
A sorpresa vengono fuori come un terno secco
Bollori che tengo dentro come un termos, ecco
Si tratta ancora di me ma non è lo stesso
Di riposo non ce n’è, qua non è l’ostello
Faccio un ulteriore pa**o, non dello Stelvio
Via da questo umore ba**o, livello sterco
[Bridge: John de Leo]
If you call my name
I don’t recognize it
If I look at my face
I don’t recognize it
I don’t recognize it
I don’t recognize it
Recognize it
Recognize it!
[Ritornello: John De Leo]
And if you call my name
I don’t recognize it
If i look at my face
I don’t recognize it
I don’t recognize it
I don’t recognize it
I don’t recognize it
I don’t recognize it