Io sto in città son come una formica nella folla dell'umanità che corre qua e la a gran velocità con l'orologio che va che va che va Io sto in città non mi ricordo più la primavera che colore ha amici non ne ho e parlo per lo più con l'orologio che va che va che va Felicità, non sei in città viva la campagna viva la campagna la civiltà è bella ma viva la campagna che mi da: un arcobaleno sereno, l'odore del fieno, il canto corale di 1000 cicale, un bianco puledro, un fiore di cedro, le stelle più grandi del cielo ma... Io sto in città cemento, palazzoni e cartelloni di pubblicità in macchina su e giù lottando per lo più con l'orologio che va che va che va Io sto in città rumori fastidiosi e la nevrosi mi divora già la gente viene e va ma non sorride più
c'ha l'orolgio che va che va che va Felicità non sei in città viva la campagna viva la campagna la civiltà è bella ma viva la campagna che mi da: tutti questi grilli, birilli, cavalli, coltelli, mulini, bambini, tacchini, pulcini, casette, cosette, forchette, saette, tramonti, racconti, bisonti, rimpianti, castagne, lasagne, lavagne, montagne, ombrelli, fratelli, cartelli, caselli, bestiame, pollame, catrame, legname, fragori, fattori, pittori, rumori, patate affettate, posate scappate, fontane, cantini, cartoni, fornelli, e belli i piselli, un arcobaleno, sereno l'odore del fieno, il canto corale di 1000 cicale, un bianco puledro, un fiore di cedro, e stelle più grandi più grandi più grandi..... (Grazie a Diego per questo testo)