Non so giudicare quanto vera sia questa storia cantata al pa**o sghembo della mia memoria: storia di me a tre anni che cado nel can*le dietro all'orto e son salvato dal mio cane dall'esser morto. E nel ricordo vive solo l'immagine di un'intrico verde di alghe, il verde dell'acqua negli occhi per me: un'immagine di solitudine.
Così ecco il mio cane mi salva quasi annegato ed io ritorno a casa sporco e infradiciato. Lì c'è mia madre al tavolo con la ragazza mora cui dà ripetizioni di italiano ecco che accorre per stringermi a sé stupita del mio stupore, le dico guardandola senza piangere «sono finito in can*le».