Sulla terra un cherubino giunse presto un mattino
per veder la vita strana dell'umanità mondana,
come un uomo si vestì e le ali si coprì,
apparì così normale, come un uomo tale e quale.
Di gran lena s'avviò verso la città,
ogni angolo lui girò per scoprir l'umanità.
Udì a un tratto un gran vociare
vide uomini scappare,
scorse un uomo che diceva «morte ai ricchi»
ma sedeva sopra un'auto extra lusso
e la gente tutta in piedi che gridava per la via
«questa è la democrazia!»
Questo l'angelo non capiva
«questo popolo di Dio è davvero un po' cretino».
A una scuola arrivò e lì dentro incontrò
due studenti un po' bislacchi che gridavan come matti.
Uno tutto infervorato che dicea:
«Col socialismo, finalmente abbiamo rotto le barriere del razzismo».
L'altro ancora più accaldato ripeteva:
«Morte allo stato, il fascismo ed il terrone sono carne da bastone».
Questa è proprio incoerenza e l'umana deficienza
anche a scuola ora impera
e anche l'angelo dispera.
Sbucò poi in una strada di chissà quale contrada
ove vive uno splendore di fanciulla ancora in fiore,
anche gli angeli hanno un cuore e c'è posto per l'amore
con le mani un po' tremanti lui si mise a lei davanti
«Come è bella lei, dolce fanciulla
mi permette signorina ci vediamo domattina»
«Puoi andare a quel paese sporco maschio di pretese»
gli rispose la bambina dimenando la manina
«Il mio utero è gestito dai capoccia del partito,
brutto maschio sciovinista puoi sparirmi dalla vista».
Anche l'amore ormai ora è appestato
dalla deficienza di questo stato.
E cammina il cherubino tutto triste, pian pianino
ed arriva in una piazza ripensando alla ragazza,
scorge poi una sottana, una nera palandrana
chiese: «Scusi ma chi siete?»
«Giovanotto sono un prete»
«Finalmente ora io ho trovato
un servitore di chi mi ha mandato».
«Vacci piano peccatore non conosco il tuo signore»
disse il prete infervorato e perfino un po' arrabbiato
«Il mio Dio in questo stato ora si chiama sindacato
ed a Marx io ogni sera gli consacro la preghiera».
«Ahi che tristezza che malinconia
da questa terra me ne volo via».
Torna in cielo disperato l'angioletto sconsolato
e ritorna dal Signore che degli uomini è il creatore
e gli dice «Buon Gesù, in terra io non torno più
sono pazzi quegli umani anche se sono cristiani».
«Hai ragione cherubino
non crucciarti poverino
è strano a**ai tutto laggiù
ma la colpa non l'hai tu.
Fu un errore di atterraggio,
sei partito con coraggio,
ma anche Dio talvolta sbaglia e…
sei finito ahimè in Italia».