Ciao bambino, piccolo uomo, forse no, sei solo poche, poche cellule. Non sei bello in quel sacco d'immondizia, ma che vuoi, c'è anche la crisi degli alloggi. Bambolotto, sei già rotto, chi ha giocato col tuo seme s'è stufato. Non è il caso, ha detto, di metterti al mondo, il partito ha detto no, mi spiace tanto. Occhi azzurri, manine fredde, ti sei fatto due mesetti in questi mondo, era caldo il ventre dolce della mamma, fuori è freddo, ma che vuoi, manca il petrolio. Non lo sai, ma tu sei già importante, per ucciderti si son messi d'accordo i partiti, i sindacati e quella donna... ti va bene, non dovrai chiamarla mamma. Ciao bambino, piccolo uomo, non saranno tue le gioie ed i dolori, non vedrai tramonti, albe e giorni uguali, non sciopererai con i parastatali. Non vedrai bandiere tinte col tuo sangue, non dovrai dire di sì a chi ti mente, non dovrai raccoglier firme per l'aborto, non dovrai portare fiori a chi è già morto. Poche cellule, ma occhi troppo blu, scusa se ti lascio, adesso torno giù. Ciao amico non compiango la tua sorte: sei riuscito a restar puro fino alla morte.