Non ti ricorda il vento, nel marciapiede della via, non ti ricorda il letto, che scalda un altra e che si crede mia. Non ti ricorda il cielo, che si spalanca su di me, non ti ricorda il nero, che come sempre in fondo al buio c'è. Ma io ricordo, e già mi perdo, nel dolce accordo del tuo concerto. Non ti ricorda l'erba, che acerba cresce dove può, l'ingenuità superba, di dire a tutti e a tutto sempre no. Non ti ricorda il gatto, che non mi guarda quasi più, non ti ricorda il matto, col quale chiacchieravi solo tu. Ma io ricordo, e già mi perdo, nel dolce accordo del tuo concerto. E beve, i miraggi deserti dell'anima e già non ci credo, e sento che uno specchio equivale a una lacrima e già mi pento. E cerco, degli amanti nascosti nel fango che sembra sterco, e annodo quel lenzuolo che adesso ha capito... che io ricordo!